A Calais – Emmanuel Carrère

A Calais – Emmanuel Carrère immagine principale

Un reportage come se fosse un libro. E’ questo l’intento dichiarato di Emmanuel Carrère, scrittore francese ormai affermato. Il tema è Calais, la cittadina a nord della Francia, porto e collegamento con Dover ma salito alla ribalta della cronaca perché ospita la Giungla, campo profughi improvvisato diventato ormai una città.

E’ un libretto di 50 pagine questo reportage commissionato dalla rivista francese XXI, breve e intenso. Carrère inizia con un’autocritica. Una lettera spedita al suo albergo di Calais da Marguerite Bonneville, pseudonimo, che accusa l’autore di voler parlare e comportarsi come tutti quelli che prima di lui hanno visitato Calais.

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Carrère cerca di smentire in queste 50 pagine la sua interlocutrice. E visita la Giungla certo, ma non ne parla direttamente, incontra la gente locale, e i loro diversi punti di vista, Calesiani arrabbiati, radical chic, Front National e immigrati di seconda generazione, che esprimono i loro dubbi e la loro impotenza davanti alla situazione.
Un miscuglio di genti in una cittadina una volta fiorente per le attività commerciali e ora in declino e abbandonata dallo stato centrale. Una cittadina in cui regna un’aria tesa, come se qualcosa dovesse esplodere da un momento all’altro.

C’è speranza? Forse sì, c’è un barlume di speranza in questa gran confusione di idee e di culture. Questo è il messaggio di Carrère e speriamo sia davvero così.

Stefania Grosso