Nella biblioteca Salaborsa di Bologna sarà possibile accedere alla mostra fotografica Children, aperta dal 20 novembre 2019 fino al 6 gennaio 2020.
Children riunisce tre grandi artisti: McCurry, Mitidieri e Erwitt. I tre autori hanno bisogno di ben poche presentazioni, tre pilastri della fotografia le cui opere ci portano ogni volta ad affrontare nuovi viaggi pronti a lasciarci senza fiato.
In occasione dei 60 anni della dichiarazione dei diritti del fanciullo:
Il fanciullo deve avere la possibilità di dedicarsi a giochi e attività ricreative che devono essere orientate a fini educativi; la società e i poteri pubblici devono fare ogni sforzo per favorire la realizzazione di tale diritto.
e dei 30 anni della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza:
Gli stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica
la città Bologna, ancora una volta, ci invita ad essere partecipi della visione straordinaria dei tre artisti. Grazie alla cura di Monica Fantini e Fabio Lazzari, l’insieme che racchiude l’esposizione assume l’aspetto del mondo giocoso appartenente ai bambini.
Tre stili, tre autori
Il percorso espositivo, diviso per autore in tre sezioni, si apre con il maestro del colore, Steve McCurry. Come solo le sue opere sanno fare, l’impatto visivo è stupefacente; le stampe, installate a diverse altezze, rimandano a una giostra, gioco che più di ogni altro rappresenta simbolicamente l’infanzia.

Seguono le fotografie di Mitidieri, si passa al bianco e nero, uno stile fotografico e di composizione decisamente differente e molto suggestivo. Ritratti di bambini catturati in diverse parti del mondo, alle prese con il gioco, ognuno vivendo la propria fantasia nella realtà in cui si trova. A questo autore sono state legate le costruzioni, blocchi di legno sulle cui facce sono state esposte le fotografie, a riprendere uno dei primi giochi che il bambino utilizza per esprimere la propria libertà creativa.

Nel terzo ed ultimo settore troviamo le opere di Elliott Erwitt, in questo caso collocate su un ideale abaco, strumento di insegnamento, va a rappresentare il diritto spesso negato all’istruzione. Anche Erwitt presenta delle foto in bianco e nero; un viaggio che ha il sapore del racconto. Immagini straordinarie, che in un singolo fotogramma racchiudono storie ricche di particolari e di forte impatto.

Ancora una volta questi artisti ci regalano grandi emozioni, ma trovarli insieme in un progetto condiviso, per chi sa di cosa stiamo parlando, è quasi troppo. Emotivamente parlando si intende; perché è molto difficile gestire l’emozione prima dell’evento, con il biglietto tra le mani e la consapevolezza di averne l’accesso.
Personalmente nel momento in cui ho scostato le tende nere che fanno da ingresso come all’entrata di un teatro, per un momento mi è mancato il fiato, ed un brivido di pelle d’oca mi ha accompagnata lungo tutto il percorso.
Elena Vogrig