Si può cancellare una vita e la propria identità? Ce lo racconta Gerrard in Boy Erased
Sembra impossibile eppure Boy Erased, il memoir di Gerrard Conley, è ambientato negli Stati Uniti di qualche anno fa, il 2004 per la precisione. E nel 2004 negli stati Uniti – così come in gran parte di questa terra – è ancora difficile accettare l’omosessualità.
Soprattutto se si è cresciuti con un’educazione religiosa molto forte e se si è figli di un futuro pastore battista. Gerrard lotta da sempre con il suo essere interiore, con i suoi dubbi. Certo, sembra il ragazzo perfetto, ha la strada segnata. Eppure, il primo anno di college, dopo una violenza e delle esperienze che lo cambiano drasticamente, la sua vita collassa e i suoi decidono di intervenire.
E così che Gerrard inizia il suo percorso a Love in Action, associazione fondamentalista che ha lo scopo di ‘curare’ gli omosessuali. Se all’inizio Gerrard vuole davvero guarire, vuole davvero trovare la pace, ben presto capisce – anche con l’aiuto di sua madre – come tutto sia una menzogna e che la propria identità non si può cancellare.
Diventato anche un film, Boy Erased – edito in Italia da Black Coffee – è un libro sincero come pochi, commovente, vero, che dipinge l’amore – verso gli altri, verso se stessi – e la sofferenza che esso porta.
Gerrard ne è uscito intero, la sua anima è ancora integra. Ora gira le scuole e parla della sua esperienza. Perché una vita non si può cancellare. L’identità è nostra e va preservata.
Stefania Grosso