Poesie di Quincy Baltimore

Quincy Baltimore Poesie

Creare mondi, persone e luoghi, tanto immaginati come reali: sono questi i versi inediti di Quincy Baltimore

FUGA DALL’ABBAZIA

E si genuflesse

nascosto tra i rami

tante gabbie dettate

da Dio.

Pensò a quel suo peccato

mentre lo ricercava mezza

nazione.

Si era nascosto il cazzo

tra le gambe

per farsi monaca

e non militare

ma ora l’imbroglio era all’occhio

anche del papa.

Colpevole un lascito nel letto

dopo anni di trattenute

e preghiere sottili

come aghi sulla pelle

quella di un codardo

pelle senza trame.

E genuflesso così com’è

gli si incappia il respiro da solo

e le guardie ce lo appendono

per quel cazzo

quando lo trovano

ma era ormai così floscio

svuotato tutto sulla coperta

la sua unica donna

tutto per non esser stato un uomo

PAUL FRASSINO

Pioggia come chiodi

sull’asse marcio

che si è fatto il mio corpo

una palizzata

tra ciò che sono stato

e ciò che dovrei vedere

ma che non posso

diventato troppo alto

per me stesso

solo legno

per tutti gli altri

RESIDUI DI TAPPO IN FONDO AL CHIANTI

Fiordalisi

morse la morte

di sua sorella

stanca di sentirsi respirare

la notte, mentre vegliava;

stanca di far colazione

col gusto in bocca

quello di chi salivava

pure i pianti.

Fiordalisi

ora

si arrampica tra le casse

impazzito sul lavoro:

è il decennale

e una cliente le somiglia.

Le ci butta addosso

tutto il suo mondo

così eroico

nella sfrenata sofferenza

da figlio unico

ma ci rimane

e di nuovo torna

indietro

Quincy Baltimore. Classe ’95. Vive a Roma col suo vero nome, inventa vite con quello falso.