Un flusso, un coro di voci, si intreccia nel romanzo di Marie-Claire Blais, La sete
Si apre con una citazione da The Waves di Virginia Woolf, e all’amata autrice inglese un tributo lo paga questo romanzo corale di Marie-Claire Blais, La sete, per la prima volta in traduzione italiana grazie a Safarà e alla traduttrice, Federica Di Lella.
Per chi non la conoscesse, Marie-Claire Blais è nata in Québec nel 1939 ed è autrice di numerosi romanzi, nonché una delle più grandi autrici canadesi. La sete, vincitore del premio Prix du Gouverneur général, è un romanzo del 1996, finalmente arrivato anche da noi. Ed è un romanzo che diventa una straordinaria esperienza di lettura, grazie allo stile secco, senza punti, senza paragrafi, un continuo flusso di pensieri, azioni, sentimenti dei personaggi – accomunati da un unico imperativo, la sete.

La sete dei personaggi cambia, diventa sete di giustizia, di amore, di ribellione e di piacere. Una sete che tutti noi abbiamo dentro e a cui diamo nomi diversi, brama, fame, desideri ma che a tutti arde in gola. I personaggi si muovono in coro attraverso tre giorni di festa, in un paradiso unico che è il centro del mondo e allo stesso tempo la fine del mondo – così come è la fine di un secolo ma anche la nascita di un giorno nuovo.
Diverse estrazioni sociali, diversi background culturali prendono vita in questo romanzo corale e noi ne rimaniamo stregati, ci caliamo dentro ogni vita per uscire con una nuova pelle. E attraverso il coro di voci, Marie-Claire Blais cattura l’essenza stessa della vita, dei desideri, della nostra epoca. Attraverso la violenza e la bellezza – entrambe parte del mondo e della vita – l’autrice crea un giroscopio narrativo che porta al cuore dell’esistenza umana.
La sete dimostra di essere un romanzo unico che va oltre il tempo e lo spazio per conquistare un grande posto nella letteratura contemporanea mondiale.
Stefania Grosso