Paolo Carnevali – Passeggiavamo verso St. James Park

paolo carnevali poesia

Una poesia di Paolo Carnevali

Paolo Carnevali, poeta e traduttore, ci ha già donato alcuni suoi componimenti, e come sempre attraverso le sue parole riusciamo a scavare nell’animo umano. Vi lasciamo alla lettura di questa sua nuova poesia.

Siamo granelli di polvere cosmica caduta dall’universo e il nostro tempo è semplice battito di ciglia…

Passeggiavamo verso St. James Park,
Nelson ci guardava le spalle.
Una Londra frenetica batteva i ritmi veloci,
nell’indifferenza e il fascino di colori grigi.
Camminavi nervosa nel tuo trench bianco
prima che ti prendessi per mano ed
entrassimo nella tranquillità del parco.
Ricordo bene quel foulard blu e verde
nascosto dalla coda nera dei tuoi capelli
che oscillava e danzava con il tuo passo nervoso.
Parlammo di letteratura e disarmo,
di nostalgie provinciali e affanni contemporanei
nel tentativo di recuperare gli oggetti perduti
dell’infanzia della vita. Delle scuole di analisi.
Il bisogno in cui l’altro assume
le proprie estreme possibilità di sopravvivenza.
Io ti parlai di un mondo minacciato,
tu elencasti tutte le guerre che non terminano mai.


Ieri, quando palavo con te
abbassavi lo sguardo,
forse avevi paura di pungermi
di farmi sentire un poco starno.
Certo che ti ho pensata molto
camminando verso casa,
tra le nuvolette argentate di fiato
del primo mattino.
Ed ero felice nel ricostruire
il sorriso dolce del sud
che traspariva dal tuo viso.


Il giorno si sovrappone ad un altro giorno
nella luce speciale del tramonto.
Anche le immagini si confondono
nelle parole che ormai volano leggere.
Fragile libellula, mi voli attorno
avvolgendo il tempo
che corre come un tram…
tagliando la pioggia.


Silenziosi eventi
ricorda la mente
e mente
e tende le mani
indaffarate a fare
altre cose.
Si sgretola
come un pugno
di sabbia
il sogno…
Non tutto è perduto:
la battaglia continua
anche se seduto
scalcio i sassi
vicino alle mie scarpe.


Ti ho incontrata per caso
portavi con te il tuo sorriso
che sciolse i miei errori.
Ci siamo seduti accanto,
una occasione che avrei voluto evitare,
erano le ore 7 di Luglio del 2019
un anno perduto,
presso la Royal Society of literature
e una chiesa silenziosa al mattino.
Eri venuta per riposare, immagino,
perplesso guardavo la porta d’ingresso
studiavo il tuo viso,
cercando il cellulare nelle tasche
della mia giacca leggera.
La sera prima eri già nella mia prospettiva,
eri già nella mia mente?
Ma è bene parlare solo quando
si deve dire qualcosa
che valga più di un silenzio.
Avrei voluto dirtelo,
ma non lo trovavo interessante.
come quegli odiosi critici letterari
che giravano attorno
parlando di poesia….
cercavano parole eleganti
che si trascinavano nel silenzio.
Era un Luglio torrido di tre anni fa,
poi con un invito educato
mi rifugiai nei miei pensieri,
fu l’inizio di un’amicizia
che non avevo programmato.


Sono uscito.
Gialle foglie attorno.
Questa notte
ci sarà la luna.
Notte pulita.

Domani sarà
come scivolare
su una foglia
sudicia e viscida.

Il mio sguardo
vitreo e freddo
come un click
fotografico.


Cifre si sommano
il doppio è già origine
batte nella notte vuota
rock e coca-cola.

Un filo di nebbia
sarà o è stato
chiederemo increduli.

[dedicata al problema del Disarmo Unilaterale e allo scrittore C. Cassola]***

Nato a Bibbiena (Arezzo) nel 1957. Traduttore e poeta. “I dialoghi di Ebe e liò” ed. Lalli (1984) dal cui testo è stata tratta una piéce teatrale. Nello stesso anno redige “Poetica Città” poetry-zine underground distribuito nelle serate di lettura. “Trasparenze” ed. Tracce (1987) plaquette poetica, recensita sul Manifesto (1988) e sul Corriere Adriatico (1990). Collabora con la rivista letteraria “Pioggia Obliqua Scritture d’Arte” di Firenze come corrispondente da Londra U.K.