L’esordio di Franchini è un mosaico che ci racconta cosa significa la fine di una relazione
Gusci è il primo romanzo di Livia Franchini, nata a Pisa ma residente da molti anni a Londra. E proprio nella Londra contemporanea è ambientato il suo esordio narrativo, uscito per la prima volta in Inghilterra, pubblicato in Italia da Mondadori e tradotto dalla scrittrice, Veronica Raimo.
Gusci ci porta a conoscere Ruth, una ragazza di trent’anni che lavora come infermiera in una casa di riposo per anziani. La incontriamo la sera in cui Neil, il suo ragazzo da dieci anni, le comunica che la loro storia è finita, mentre Ruth sta lavando i piatti della cena. Da questo momento in poi Ruth comincia a decostruire la propria relazione con Neil, ma anche a comporre, tassello dopo tassello, la propria identità senza di lui.
Gusci è un mosaico i cui pezzi irregolari formano l’impalcatura del romanzo e attraverso questi frammenti si compone la vita di Ruth dopo Neil, ma anche i suo passato di ragazza introversa e senza amici, che mangia grandi quantità di zucchero puro e che, impacciata e abitudinaria, si muove nella propria realtà.
Ogni capitolo del romanzo, ogni tassello del mosaico, è associato ad un prodotto scritto sull’ultima lista della spesa stilata prima che Neil lasciasse Ruth. La protagonista ci parla di sé attraverso questa lista e attraverso i suoi sogni notturni, ma la sua voce si intervalla anche con quella degli altri personaggi che le gravitano attorno e che ce la raccontano dal loro punto di vista.
Benché Gusci sia costruito su una struttura frammentaria, la bravura di Franchini è stata quella di dare un’unitarietà alla narrazione, che viaggia veloce, senza fronzoli, in una prosa asciutta e pulita. Queste caratteristiche non vengono minimamente perse nella traduzione italiana di Veronica Raimo, che ha maneggiato perfettamente il testo, pubblicato originariamente in inglese, per renderlo fruibile e vicino all’orecchio italiano.
Configurandosi in quella che io chiamo letteratura mumblecore, insieme ai lavori di Elif Batuman e Sally Rooney, Gusci è un esordio che ci mette in attesa di ciò che deve essere ancora creato dalla penna – o più probabilmente dalla tastiera – di Franchini.
Giorgia Damiani