Dieci traduttori si confrontano con Saffo e Lorca in queste edizioni a cura di Sotera Fornaro e Francesco Fava
Due testi poetici conosciuti, tradotti, analizzati, declamati. Cosa si può ancora dire dei testi di Lorca e Saffo, due poeti sì così distanti tra loro ma altresì famosi e idealizzati nella cultura occidentale. Eppure ancora molto si può apprendere dai loro testi e soprattutto si può apprendere dalla visione che i traduttori ne traggono. Ed è questo il senso della collana Una poesia per dieci traduttori di Mucchi Editore.
La collana, che conta ora sei volumi, si propone appunto di rivedere, confrontare e cogliere le sottili differenze di traduzione delle opere poetiche presentate. Corredate da una introduzione/guida alla lettura curata da Francesco Fava per Lorca e Sotera Fornaro per Saffo, il lettore si cala dentro il suono delle parole, le micro sfumature di significato, la dolcezza di alcuni suoni in confronto alla durezza e al significato di altre.
Francesco Fava appunto ci presenta Lorca con Lamento per Ignacio S. Mejías, uno dei testi più conosciuti e amati del poeta spagnolo. Dal testo originale (di una musicalità incredibile) passiamo attraverso le varie traduzioni scoprendone le differenze e le similitudini. Ricordiamo che il testo è stato affrontato da Carlo Bo e Oreste Macrì, ma anche Vittorini e Sciascia, per essere letto poi e immortalato da Carmelo Bene (a las cinco de la tarde…).
Di Saffo è invece stata scelta Ode all’amata, che come tutta l’opera della poetessa greca è frammentata, oscura, incompleta ma proprio per questo può dare spazio ad interpretazioni e sonorità diverse. Molti traduttori (o interpreti) sono stati uomini, ma qui, Sotera Fornaro, sceglie dieci donne che ridanno vita ai versi di Saffo, da Alda Merini alla riscrittura di Elsa Morante nell’Isola di Arturo.
Un progetto editoriale coraggioso, illuminato che rida vita e valore ad una parte fondamentale della cultura e della vita: la poesia.
Stefania Grosso