Dove sta andando la società moderna? E come si può cambiare? Kaczynski con Rivoluzione antitecnologica offre la sua soluzione
Forse il nome di Kaczynski vi suonerà familiare per l’evento che l’ha portato alla ribalta, ovvero i suoi attentati negli anni ’90 per cui è diventato famoso come Unabomber (e il documentario su Netflix è un ottimo modo per conoscere questa parte della vicenda). Ma Kaczynski è stato anche un promettente matematico, un professore a Berkeley e sostanzialmente un genio visionario.
Tra i testi scritti dopo il suo arresto, troviamo appunto anche questo Rivoluzione antitecnologica, edito in Italia da Ortica Editrice, e che prende in esame la struttura tecnologica moderna e offre delle soluzioni al declino a cui siamo condannati.
Inoltre, questo saggio offre al lettore – e si presuppone agli attivisti – una guida teorica e una strategia per entrare in azione e combattere l’abisso tecnologico e di controllo dell’età contemporanea. Kaczynski ripercorre la storia dei movimenti rivoluzionari, dai bolscevichi in Russia, alla presa di Cuba di Castro, passando per l’Irlanda e le femministe. Inoltre riprende testi di teoria politica e di filosofia per spiegare le sue ragioni e i suoi principi d’azione.
Leggere la sua critica e la sua analisi della società, ma soprattutto trovare e ammirare la sua capacità di riprendere avvenimenti storici e renderli attuali, riprendere personaggi importanti della nostra storia moderna e renderli esempi da imitare o evitare, è una lettura che non capita di fare tutti i giorni. Ed è soprattutto una lettura che spinge a confrontarsi con il proprio modo di vivere e le proprie decisioni quotidiane.
Il volume, diviso in quattro capitoli che passano dalla teoria alla pratica, mostra lo sguardo lucido e attento di Kaczynski sul mondo di oggi, nonostante la sua reclusione. Si può non essere d’accordo con le sue azioni pratiche (e i suoi consigli sulle azioni da portare avanti) ma non si può negare l’acume, la logica e l’efficacia del pensiero di Kaczynski in Rivoluzione antitecnologica.
Stefania Grosso