La recensione di Nascondersi, la novella di Jaime Fountaine che ci mostra cosa significa essere adolescenti in una città di provincia americana
Estate. La provincia americana. Potrebbe sembrare un idillio se non fosse che la vita della nostra protagonista è a pezzi. Non per colpa sua, ma per la vita disastrata della madre, per il suo sentirsi più matura e inadeguata, per la costante ricerca di normalità. E Jaime Fountaine, autrice di Nascondersi, sa bene come tratteggiare la delusione e il malcontento di un’adolescente.
E non solo il suo. Tramite la protagonista infatti riusciamo a vedere attraverso le incomprensioni e i malcontenti degli adulti, la voglia di farsi accettare a tutti i costi dei ragazzi, le insicurezze e i desideri delle sue amiche. Tutti con qualcosa da nascondere, quel sentimento di inadeguatezza che si insinua nell’anima e che ci vuol far scomparire. Nascondersi appunto.
Si nasconde bene la nostra protagonista, abile giocatrice di nascondino, non solo nelle sere d’estate ma anche nella vita di tutti i giorni. C’è una parvenza di normalità in fondo a questa estate così insignificante eppure così complessa? Ah, dimenticavamo, c’è pure un maniaco che si aggira per la città. E qualche ragazzo fin troppo interessato alla nostra protagonista.
Jaime Fountaine in questo romanzo breve – pubblicato da Pidgin Editore – descrive con cura e delicatezza il senso di invisibilità, di incomprensione, di sfida, dentro ognuno di noi. Una storia che è un fulmine a ciel sereno, uno stile potente che ci fa fare i conti con le nostre insicurezze nascoste. Ancora una volta, Pidgin si conferma una casa editrice attenta alle produzioni letterarie innovative e che gettano uno sguardo sull’anima al giorno d’oggi.
Stefania Grosso