Leslie Kern – Feminist City

Leslie Kern - Feminist City

Feminist City di Leslie Kern ripensa la città come luogo di vita, socializzazione e movimento per tutt*

“Una città a misura d’uomo” è un modo di dire che, nella lingua italiana, intende una città in cui i bisogni e le necessità vengono soddisfatti con pochi sforzi da parte degli individui. Feminist City: Claiming Space in a Man-Made World di Leslie Kern (Verso Books), in Italia pubblicato da Treccani, dimostra che tutte le città sono effettivamente costruite a misura d’uomo, inteso come maschio, bianco, privo di disabilità, cisgender ed eterosessuale. Lo scopo della città “a misura d’uomo” è dunque quello di massimizzare il profitto della categoria umana che governa l’Occidente e quindi il mondo.

Feminst City è una disamina di tutti quegli aspetti delle città che non funzionano per tutt* coloro che non appartengono alla categoria dominante, uomini cis, bianchi, eterosessuali e privi di disabilità (è sempre bene ricordarlo). Nella progettazione delle città infatti, donne, bambin*, persone omosessuali, persone trans, persone queer, sex workers, persone non bianche, senza fissa dimora, senzatetto, anzian* e persone con disabilità non sono volutamente prese in considerazione.

Le mamme e tutte le persone che si prendono cura di altri soggetti inoltre sono costantemente ostacolate nelle loro attività quotidiane in città. Allo stesso modo, chiunque non faccia parte della categoria dominante ha difficoltà a vivere appieno la città in una miriade di modi diversi: è difficile godersi una passeggiata per strada indisturbat*, per esempio; le strade di notte diventano un ginepraio di pericoli, si ha difficoltà ad accedere ai bagni pubblici (quando esistono), le città sono di difficile (o impossibile) accesso per alcune categorie di persone, come chi ha una disabilità, durante le manifestazioni pubbliche di dissenso e non solo, la costante paura di essere molestate o stuprate porta le donne a non vivere appieno le opportunità che una città potrebbe offrire loro.

Questi sono solo alcuni degli esempi che Leslie Kern, professoressa associata di Geografia e Ambiente e direttrice del dipartimento di Studi sulle donne e sul genere alla Mount Allison University, a Sackville, Canada, porta per dimostrare che la geografia e l’urbanistica sono concepite secondo un’impostazione patriarcale, che si considera e si definisce come oggettiva, mentre è palese che non lo è. Quando si pensa al femminismo, difficilmente ci si concentra sullo spazio, ma i luoghi in cui viviamo e il rapporto che l’essere umano ha con essi è un elemento fondamentale per capire l’oppressione che il patriarcato e il capitalismo neoliberista agiscono sulle minoranze nello spazio pubblico.

Kern non dà soluzioni, perché per poter ripensare alle città in chiave femminista ci vorrebbe un lavoro teorico e pratico enorme, al quale bisognerebbe lavorare per anni. Il suo breve saggio però è un’analisi dei contesti pubblici in cui ci muoviamo tutti i giorni, alternata ad esempi di vita reale dell’accademica canadese e ad esempi virtuosi di spazi ripensati e riconvertiti per favorire tutt*.

Feminist City è un piccolo gioiello di saggistica femminista contemporanea che ci apre gli occhi sui problemi delle città di tutto il mondo e che ci mostra come siamo anni luce distanti da una vera inclusività geografica e urbana. Per questo la lotta femminista intersezionale deve prendere spazio anche nella città.

Giorgia Damiani