Alla scoperta delle ‘cattive’ di Camila Sosa Villada, tra una cruda realtà e sogni spezzati
Le cattive di Camila Sosa Villada sono le trans, sono ragazze che si prostituiscono, che vivono, sognano e combattono in un mondo che le rigetta eppure ha bisogno di loro.
Le cattive sono ai margini della società eppure questa società non può fare a meno di loro, le usa e le rigetta, per sentirsi migliori. Camila Sosa Villada, in questo romanzo biografico edito da Sur, lo racconta in modo schietto e sincero, attraverso le sue esperienze di vita condite da una vena di realismo magico (troviamo infatti una ragazza che si trasforma in uccellino e un bambino veggente).
Questo libro è di più, è una discesa agli inferi per poi risalire, è un guardarsi allo specchio per comprendere tutta l‘ipocrisia del mondo in cui viviamo. Ma è anche un racconto d’amore, la storia di una famiglia bizzarra, è la storia di corpi che si incontrano e corpi che si trasformano.
C’è miseria e splendore dentro Le cattive, c’è la voglia di vita nonostante botte, ingiurie, ostacoli e anche morte. Non si risparmia Sosa Villada, e pur usando una scrittura pulita, ispirata che sfocia in poesia, ci mostra la violenza e le ingiustizie verso una comunità ai margini.
Diventa anche romanzo di formazione, a partire da quel ragazzo odiato e abusato, per arrivare alla splendida Camila, che si fa strada tra un mondo che continua ad odiarla, per quello che è, per il coraggio di mostrare chi è davvero. Diventa critica sociale e politica, specchio di una società malata. Rimane lo strazio nel cuore ma rimane anche la volontà di non far finire tutto nel fosso del parco, ma di continuare a sognare a testa alta. Un libro magico, da far leggere al mondo intero, per comprenderne la forza e il dolore.
Stefania Grosso