Ossessioni, un presente che terrorizza e un costante ‘e se…’ fanno da cornice al romanzo di Alessandro Busi, Fino all’inizio
Il romanzo si apre su un presente che ci appartiene eppure non è il nostro. Un presente fatto di più attentati, più terrore e più paura. Ma troviamo il resto, il dramma di fuggire, Guantanamo, il Bataclan e altri elementi che riconoscerete molto bene. Alessandro Busi prende, mescola e ci risputa fuori un romanzo fatto per mostrarci le nostre paura e i nostri dubbi.
Edito da pièdimosca edizioni, questo romanzo (dalla bellissima e significativa copertina) è in gran parte ambientato in una stiva di aereo, e attraverso racconti e flashback viene ricostruita la vita di Luca e Marta. Intrappolati in questa stiva. Ossessionato lui, piena di rimpianti lei. O almeno così sembra. E mentre leggiamo, mentre trascorriamo con loro le nove ore e venticinque minuti che li separano dagli Stati Uniti (il nuovo porto sicuro) non facciamo altro che specchiarci dentro di loro, specchiarci in quelle che sono le nostre paure di un mondo che si schianta troppo velocemente.
Alesssandro Busi, con il suo stile dinamico ma sempre accurato nella scelta delle parole, ci instilla costantemente dei dubbi – e se fosse una terrorista? e se si fa esplodere? e se ci fidiamo? – fino a raggiungere un finale al fulmicotone che sorprenderà con un colpo di scena inaspettato.
Davvero un romanzo per i tempi moderni, che cattura insicurezze, privilegi e pregiudizi di una generazione.