Valeria Luiselli da vita ad romanzo-archivio, una voce potente, per raccontare il famigliare e la società
Valeri Luiselli, scrittrice messicana pubblicata in Italia da La nuova frontiera, affronta, in Archivio dei bambini perduti, un dramma intimo, familiare, ma allo stesso tempo affronta una questione politica spinosa mettendo a nudo il razzismo e le ingiustizie del governo statunitense.
Troviamo una coppia in viaggio, con i figli avuti da precedenti relazioni ma uniti più che mai, più che fratelli. Troviamo una coppia che viaggia su due binari sempre più distanti, non trovando più un terreno comune su cui costruire una vita insieme. Allo stesso tempo, nel deserto del paese si consuma un altro dramma, quello di milioni di minori non accompagnati che tentano di raggiungere gli Stati Uniti.
Attraverso le voci e i pensieri dei quattro, adulti e bambini, attraverso le letture e le canzoni, Valeria Luiselli racconta la storia dello sterminio dei nativi americani, ci parla al cuore di ognuno di noi con le incomprensioni che scaturiscono alla fine di ogni relazione e ci sbatte in faccia il presente con il racconto dei bambini perduti.
Con uno stile lirico, soffuso, che entra dentro alla testa del lettore con continui rimandi e citazioni, come un’eco che si propaga, come una linea tracciata sulla mappa. Chi è senza voce qui viene registrato, ricordato, a chi è senza terra viene riassegnata un pezzo nuovo, dentro una mappa concettuale che sa di libertà.
Valeria Luiselli è riuscita a creare non solo un romanzo contemporaneo solido e avvincente, ma ha creato un nuovo immaginario, ha dato vita ad un archivio, un documento storico, che va oltre la pura narrazione, la fiction, ma si incastra con esistenze, tradizioni e politica.
Stefania Grosso