Un io sempre diverso e la ricerca di sé: il viaggio nei racconti di Anaïs Nin
Spreco di eternità e altri racconti (da qui in poi Spreco di eternità) raccoglie i primi racconti di Anaïs Nin, autrice franco-statunitense che fece scandalo per i temi controversi che affrontò nella propria opera. Pubblicato in Italia da La nave di Teseo / La Tartaruga e tradotto da Stefania Forlani e Valeria Gorla, Spreco di eternità è una ricerca sempre nuova di un io che assume forme diverse.
Come scrive Allison Pease nell’introduzione alla versione italiana, “Quando scrisse questa raccolta, Nin era ancora in fase di evoluzione. […] Spreco di eternità rivela un cambiamento nel modo di pensare man mano che le storie procedono.” E infatti ciò che caratterizza questa raccolta è che nei suoi primi due terzi viene dipinto un io solitario che naviga le acque dell’esistenza alla ricerca di qualcosa, come la scoperta di sé attraverso la letteratura oppure come la protagonista del primo racconto, che dà il titolo alla raccolta, una donna che salpa su una barca per lidi lontani.
Mentre, nella seconda parte del libro, questo io viene “svelato e persino creato tramite un Altro, un io costruito dialogicamente,” continua Pease nell’introduzione. Il sé si apre al mondo, si fonde con esso e grazie ad esso si riconfigura in forme nuove. Si racconta poi di desiderio, di bisogno, di scrittura, di letteratura, delle migliaia di sfumature che i rapporti umani possono assumere, il tutto con una scelta lessicale estremamente elegante, ricercata e quasi poetica.
Insomma, se Spreco di eternità è il preludio all’opera più consistente di Anaïs Nin, questa raccolta diventa per l’autrice un laboratorio perfetto per sperimentare e mettere alla prova le proprie capacità letteraria e soprattutto per tentare di piegare la lingua secondo le proprie necessità. E questo fa di Spreco di eternità un ottimo modo per avvicinarsi all’opera di Anaïs Nin.
Giorgia Damiani