Cosa succede quando l’oblio colpisce la terra e la mente dell’uomo? Se lo chiede Tiffany McDaniel in L’eclisse di Laken Cottle
Dopo aver divorato e amato il suo primo libro, L’estate che sciolse ogni cosa, ritrovo Tiffany McDaniel con il suo nuovo romanzo, sempre edito da Atlantide, che ci cala dentro un mondo alla fine, e dentro la vita di un uomo, sconvolta, all’orlo della follia, ma che farà di tutto per tornare a casa.
Il buio avanza, quel nulla oscuro, catramoso, che tutta la terra divora, che ricorda gli incubi da bambini, come il nulla della Storia Infinita. E mentre tutto viene annullato, incontriamo il nostro protagonista, Laken Cottle, scrittore. Lo seguiamo mentre si risveglia, mentre ricorda la sua infanzia, l’amore per la madre e il padre, il lutto, la zia, le fughe. E mentre cerca di tornare a casa, a New York, mentre lo accompagnamo a bordo di un aereo, tutto si capovolge.
Ed inizia qui un viaggio folle, dentro la mente e ricordi di un uomo, dove ogni storia trova un suo doppio, dove la verità viene a galla attraverso un gioco degli specchi, tra realtà e illusioni. Laken è un uomo ossessionato, colpevole, che si trascina nelle sue colpe (anzi, le trascina letteralmente ad un certo punto). Se riuscirà a tornare a ‘casa’ lo scopriremo alla fine, ma nel frattempo Tiffany McDaniel in L’eclisse di Laken Cottle ci fa precipitare dentro incubi e illusioni, tenendo però sempre i fili della trama anche quando tutto non sembra che una giostra che vortica senza senso.
Laken si mostrerà per ciò che è, e al tempo stesso McDaniel è magistrale nel sbatterci in faccia la violenza e i nostri incubi, con il suo stile tagliente ma che – come il precedente – non accantona la poesia, regalandoci passaggi di una bellezza onirica. Ancora una volta, un romanzo potentissimo.
Stefania Grosso