Bae Myung-Hoon – La torre

Bae Myung-Hoon La torre recensione

674 piani e 6 avventure tra distopia e critica contemporanea: benvenuti nella torre di Bae Myung-Hoon

La torre è uno stato. Un mondo a se stante. La torre ha 674 piani e una struttura di potere, dei confini, servizi militari, segreti e lotte con i propri nemici, come qualunque stato. Ma Bae Myung-Hoon, autore di questi incredibili racconti usciti per Add, ci porta oltre e costruisce una critica al capitalismo, al terrorismo e alle sete di potere.

Dentro La torre, chiamata Beanstalk, succede di tutto: da lotte sindacali tra verticalisti e orizzontalisti, a scienziati corrotti, ad un cane che detiene il potere. Per la sua molteplicità è infatti chiamata anche Babele, anche se i suoi abitanti non sono molto d’accordo con il nomignolo. Ed effettivamente lo è, è una babele, non solo per ciò che succede e per chi ci vive, ma anche per come ci viene presentata, attraverso le storie di personaggi più disparati a cui Bae Myung-Hoon affida uno stile e una critica diversa.

Oltre alle sei storie principali, in questa edizione troviamo anche delle appendici e note dell’autore, che gettano un ulteriore sguardo sul mondo (e suoi microcosmi) di Beanstalk. E dunque addentriamoci nel mondo di un post-capitalismo e della cosmomafia, del terrorismo e degli amori spezzati, della rete infinita e della riscoperta della natura e della creazione. Non sono racconti semplici, nonostante lo stile ironico e tagliente di Bae Myung-Hoon, alcune storie sono più oscure, lasciano l’amaro in bocca, o una debole speranza di cambiamento. Ma tutti i personaggi e le vicende de La torre faranno riflettere: in che direzione stiamo andando? Quanto in là possiamo spingerci nell’assurdo?

Con La torre, Bae Myung-Hoon dona al lettore uno splendido esempio di letteratura fantascientifica – distopica al servizio della società moderna: per riflettere e comprendere. E non cadere dentro le trappole che la modernità offre.