Intellettuale e corale, l’ultimo romanzo di Rooney è alla ricerca di quella bellezza che dà senso al mondo
Arrivato in Italia attraverso Einaudi, con il titolo, Dove sei, mondo bello, e pubblicato in originale da Faber, Beautiful World, Where Are You è il più recente romanzo della stella della letteratura irlandese ed internazionale, Sally Rooney.
Beautiful World, Where Are You è una storia corale che racconta una piccola porzione della vita dei suoi quattro protagonisti – Alice, la scrittrice; Eileen, l’editor squattrinata di una rivista letteraria; Felix, il magazziniere; Simon, l’assistente parlamentare. Presentati così sembrano tre figurine, ma Rooney fa di tutto per scavare nella loro psicologia e restituirceli come personaggi dalle diverse sfaccettature.
In alcuni momenti ci riesce, in altri meno. Il romanzo ha infatti una doppia struttura suddivisa in capitoli che si alternano tra loro, in cui la storia viene prima raccontata da un narratore esterno, ma non onnisciente, e poi dalle email che Eileen e Alice si scambiano tra loro perché vivono lontane, in cui raccontano sé stesse ed esprimono la propria visione del mondo e della vita. Tuttavia, nelle sezioni dedicate alla voce esterna alla storia si va a perdere l’atmosfera di intimità e calore umano che pervade le relazioni tra amici e amanti.
Nondimeno purtroppo, spesso nemmeno i capitoli dedicati allo scambio di email aiutano questa intimità ad espandersi e tutto il romanzo, nel suo complesso, rimane freddo e distaccato, rendendo a volte difficile per il lettore riuscire ad affezionarsi ai protagonisti, che restano inevitabilmente appiattiti sulla pagina.
Beautiful World, Where Are You è un romanzo quasi senza trama, in cui le elucubrazioni sul mondo tra Alice ed Eileen si dividono lo spazio assieme ai loro problemi sentimentali, rispettivamente con Felix e Simon. Si riflette sulla religione, sull’arte, sull’industria culturale, sul cambiamento climatico, sui fallimenti del capitalismo, sull’identity politics, sul lavoro e la retribuzione. Ma come spesso accade nei romanzi di Rooney, queste tematiche vengono solamente sorvolate, non aiutano la storia proseguire, non creano conflitto, non toccano mai la trama, sembra quasi servano da contorno o da cornice. E questo è un vero peccato.
La delusione più grande forse – cercherò di non fare spoiler, ma se non avete ancora letto Beautiful World, Where Are You e non volete leggere nulla sul finale, non proseguite oltre – è ciò che mi ha lasciato il finale, e cioè un bel po’ di amarezza. La conclusione di Beautiful World, Where Are You è il più classico happy ending da fiaba. Non che ci sia nulla di male in questo, ma se continuiamo a battere il chiodo sul far vivere felici e contente solo le persone privilegiate – come lo sono, in misure diverse, tutti i personaggi del romanzo – allora forse la boccata di aria fresca che a detta di molti Rooney era riuscita a portare nel panorama letterario occidentale puzza ancora un po’ di vecchio.
Giorgia Damiani