Andrea Betti – Una breve visita

Andrea Betti una breve visita recensione

Un libro dal futuro, una cronache inattesa: è la ‘breve visita’ di Andrea Betti

Non è un romanzo comune questo di Andrea Betti. E non solo perché ci spinge nel futuro, in una nuova era e una nuova umanità, ma anche perché la sua pluralità di voci che spaziano tra diari, prima persona, dialoghi e resoconti scientifici, ci disorienta e ci fa ripensare alle nostre strutture logiche.

Una breve visita, pubblicato da Wojtek Edizioni, è ambientato dopo la Panacedia, l’evento traumatico in seguito della visita inspiegabile e breve dei Cilestrini. Esseri umanoidi in visita per un solo weekend sulla Terra. Un weekend che però avrà poi conseguenze catastrofiche, con il crollo degli stati, delle religioni, un’ondata di depressione e catatonia, e una ribellione alla cultura e alla parola.

Tra teknopunk, professori incalliti fumatori, pseudomilitari e sciamane brasiliane, ci avventuriamo in questo resoconto, una cronaca raccolta da qualcuno che viene ben oltre questo futuro immaginato, un monaco Kibernetes. Cosa ne è stato dell’umanità e delle nostre città? Cosa ne sarà, se all’improvviso i satelliti e le comunicazioni non funzioneranno più?

Andrea Betti ci lancia nel futuro riscrivendo il passato, inzuppandolo di riferimenti culturali (pop, punk, scienza, di tutto un po’) e lasciandoci vagare come sotto effetto di acido, dentro una psichedelica avventura, dove i personaggi non cercano altro che salvezza e una semplice spiegazione a tutto il caos che regna nel mondo.

Tra misticismo e una formidabile conoscenza del linguaggio (che serve a dare vita a dialoghi incendiari e surreali), Una breve visita di Andrea Betti è il romanzo postmoderno-distopico-punk di cui avevamo bisogno. Non per capire il futuro, ma per immaginarlo, per viverlo, e con esso ri-vivere anche il nostro presente.

Stefania Grosso