Il bikini di Sylvia Plath ci porta in una Milano radical chic in cui tutto è performance
Il bikini di Sylvia Plath di Giada Biaggi, edito da nottetempo, è un viaggio nella vita di Eva, dottoranda in filosofia che studia la performance femminista nell’arte e che si ritrova a fare i conti con che cosa significa sostituire l’esistenza con la performance.
Eva è una brillante giovane donna che sta terminando la sua tesi di dottorato in filosofia dell’arte alla Cattolica. Vive a Milano in un monolocale minuscolo e costosissimo. Per pagare l’affitto e procurarsi la cocaina, Eva fa delle dirette su OnlyFans in cui legge nuda classici della letteratura. Pippa sui testi fondamentali della filosofia – tranne che su Essere e tempo di Heidegger, perché a tutto c’è un limite -, adora Prada, la sua fondatrice e la sua Fondazione, ha delle conversazioni con i fantasmi di Freud e Nanni Moretti.
Ma soprattutto, motore della storia, ha una relazione di sexting su Instagram con Ludovico, curatore di mostre e pezzo di merda. Ma prima di capire che Ludovico è effettivamente un pezzo di merda, Eva e з lettorз dovranno addentrarsi in una giungla di locali, after party, Fondazioni, in cui incontreranno la fauna autoctona di questi luoghi. Modelle, professori universitari, filosofi, musicisti, fotografi, artisti di vario genere, che man mano avvaloreranno la tesi del libro: le nostre vite oggi, agli albori degli anni ’20 del XXI secolo, sono diventate performance.
Mescolando le cosiddette “cultura alta” e “cultura bassa”, Biaggi svela come tutti viviamo le contraddizioni della società contemporanea e tutti rispettiamo le regole e i codici imposti dalla vita come performance per rimanere rilevanti a noi stessi e agli altri.
Il bikini di Sylvia Plath è un romanzo che racconta il presente come pochi altri hanno saputo fare finora, perché si concentra su un’analisi su cui la letteratura non si era ancora soffermata: essere e performare combaciano sempre di più. Una storia e un’analisi messe sulla pagina con tutta l’ironia a cui Biaggi ci ha abituati in questi anni.
Il bikini di Sylvia Plath è infatti un romanzo divertentissimo, sboccato e irriverente, che ci trasporta in un universo di cui forse non sappiamo molto ma che sappiamo esistere da qualche parte: quello dei radical chic: tutti, chi più chi meno, in crisi esistenziale.
Giorgia Damiani