Scrutiamo dentro i mostri più famosi della letteratura con Monstrumana il saggio di Francesca Giro e Gaetano Pagano
Vampiri, fantasmi, scherzi della natura: la mente umana ha escogitato diversi trucchi per metabolizzare paure e prospettive. Tant’è che il mostro non è altro che monito e specchio dell’umanità, come spiegano bene Francesca Giro e Gaetano Pagano in Monstrumana. L’umanità del mostruoso, la mostruosità dell’umano, edito da effequ.
In questo saggio – che è anche podcast – i due autori infilano uno dopo l’altro diversi mostri appartenenti alla tradizione letteraria e più a fondo ancora al folklore occidentale. Lo scopo è quello di dare nuova interpretazione ai più classici dei “mostri”, trovare nuove chiavi di lettura – o riscoprirne di già esistenti – ed analizzare come questi racconti servano ad esorcizzare paure, a scaricare sul ‘diverso’ le proprie colpe, a fare da monito all’umanità. Un gioco di specchi tra ciò che noi tendiamo a vedere come “normale” – che poi non è – e ciò che riteniamo “estraneo”; il quale molte volte si rivela più umano e sofferente di ciò che immaginiamo.
In Monstrumana dunque scorriamo tra i capitoli dedicati a Dracula, Frankenstein, Dr. Jekyll e Mr. Hyde, ma anche Quasimodo e Gollum o mostri meno conosciuti come Sophie Fevvers (la quale si categorizza nei freaks) o più antichi come Calibano e Medusa. Tutti loro sono accomunati non solo dalle varie rappresentazioni artistiche ma anche dal peso di dover portare sulle loro spalle angosce, violenze e traumi che gli umani riversano su di loro. Identità queer, colonialismo, femminilità, sensualità: tutti temi difficili da affrontare e per i quali abbiamo inventato un nostro doppio, i “mostri” appunto. Ed è questo doppio a farci da monito e a darci salvezza, ma allo stesso tempo a tormentarci sul nostro essere più profondo (chi siamo, di cosa siamo capaci) e darci la spinta ad affrontare proprio ciò che più spaventa.
Con una ricca selezione di fonti e citazioni, con uno stile divulgativo ma sempre preciso, Francesca Giro e Gaetano Pagano ci regalano un saggio che è un piccolo gioiello della critica letteraria, ma che va oltre questo e diventa una riflessione sulla condizione umana.
Stefania Grosso