Gilda Policastro ci dimostra che si può far poesia con un inguaggio moderno e giocando con la struttura della pagina stessa.
Non è scontato leggere una raccolta di poesie che possa essere attuale e ricercata alla stesso tempo. Non è scontato in quanto spesso si ricade in costruzioni non naturali, si cerca l’assoluto e la parola al di là di ogni epoca. Gilda Policastro invece, in questa raccolta di poesie edita da Giulio Perrone Editore, consegna al lettore un amalgama di voci, riflessioni e spezzoni di vita presi da ciò che avviene attorno a noi nel quotidiano.
Post social, conversazioni avvenute in un luogo pubblico, in ospedale, per strada, raccolte di pensieri, di incontri avvenuti ieri, oggi, che avverranno domani. E nel mentre si intreccia la fragilità del corpo, l’impossibilità di essere che la malattia e la morte portano con sé. Ma non ci si abbatte! No, in questo gioco di richiami con la vita moderna, Gilda Policastro continua a dar speranza, a strappare sorrisi.
Al di là dei contenuti, ciò che poi colpisce nelle poesie di Gilda Policastro sono la forma e il linguaggio. Come accennato prima, ci si scontra e si affronta un linguaggio vivace, moderno, a metà tra la conversazione con gli amici, il social network, e la ricercatezza di una cultura classica. In più aggiungiamo una forma, un gioco con le dimensioni e la distribuzione dei versi sulla pagina che sconfina nella sperimentazione. E non è sempre facile mantenere il ritmo, ma Gilda Policastro non sbaglia un colpo e ci consegna dei ritratti, in versi, davvero esuberanti.
Una bella sorpresa, una lettura avvincente per ogni amante della poesia moderna.
Stefania Grosso