Diletta Crudeli – Lady Lava

Lady Lava Eris Edizioni copertina

Lady Lava è una favola moderna su ambiente e umani, su una convivenza sempre più fragile e forse ormai condannata

Lettura azzeccata per questa rovente estate, in cui ci si interroga sul clima e le conseguenze delle nostre azioni. Ed è questo il cuore pulsante di Lady Lava, una favola moderna scritta da Diletta Crudeli e pubblicata da Eris Edizioni.

In questo breve romanzo dai toni distopici e velati di horror, troviamo Daki, giovane e profondamente turbata da quel mondo, distante nel futuro, che non comprende. Perché è un mondo dove il sole è talmente forte che bisogna proteggersi con degli scudi, dove il futuro forse è già segnato per ognuno degli abitanti, dove il semplice godere dei raggi del sole può far impazzire.

Alla vita di Daki si intreccia quella di Lady Lava, creatura naturale, che con i suoi fratelli e sorelle, elementi di questo mondo, vagano da millenni, in cerca di un equilibrio con noi umani. Inutile dire che questo equilibrio non è facilmente raggiungibile e che la natura – qui rappresentata da creature con sentimenti umani – si sforza di venir compresa, accettata, ma, inevitabilmente, alla fine le tenebre dell’uomo prendono il sopravvento.

Al di là dello stile vivace, dai dialoghi diretti, che tengono incollati, in Lady Lava Diletta Crudeli ci spinge a chiederci quale sia il nostro destino, se la natura un giorno dovesse davvero abbandonarci. E ci spinge inoltre a riflettere su come viviamo il presente, attaccati a uno schermo, ad ascoltare commenti, opinioni, fake news, l’ennesimo streamer. Abbiamo già attraversato il punto di non ritorno? Abbiamo qualche speranza?

Come in una favola, anche se macabra, Daki e Lady Lava impareranno qualcosa l’una dall’altra. Umana e natura, con la stessa disperazione in corpo, con la stessa rabbia, potranno giungere a un punto di comunione, di fusione. Potrà questo essere da lezione a noi umani? Anche se in bilico, speriamo di sì. Nel frattempo godiamoci questo breve racconto fantastico e riflettiamo sul nostro presente.

Stefania Grosso