Tra neve e giornate infinite, il dramma e il dolore di una giovane donna groenlandese: La Valle dei Fiori di Niviaq Korneliussen
Groenlandia. La maggior parte di noi penserà a ghiaccio, freddo e natura. Ovviamente non è solo questo, e lo scopriamo anche grazie a questo romanzo, edito da Iperborea, di Niviaq Korneliussen: La Valle dei Fiori.
Poco si sa del paese più a nord, territorio danese, con sui condivide poco. Poco si sa, dei numerosi suicidi tra gli inuit che avvengono ogni anno, il tasso più alto al mondo. La Valle dei Fiori indaga con l’occhio travolgente e disperato della protagonista proprio il malessere, il senso di abbandono, sconforto e inadeguatezza che colpisce moltissimi giovani groenlandesi, fino a portarli all’estremo gesto.
La nostra protagonista non è immune a questo dramma, nonostante l’amore della sua ragazza, della famiglia, l’opportunità di studiare nel continente. Eppure qualcosa in lei non è mai al suo posto, fin da ragazza, fin da quando si sente esclusa da tutti e il primo lutto colpisce il suo cuore.
E così ci avviciniamo al fondo, alla spirale distruttiva dove la stessa protagonista ci conduce, non curandosi più di sé, di chi le sta accanto, della natura che l’avvolge, in quelle valli imponenti. Forse non c’è speranza, forse non tutti sono fatti per vivere a questo mondo.
La Valle dei Fiori ci lascia turbati, infreddoliti, ma con una comprensione maggiore delle difficoltà che vivono gli inuit, al margine del nostro mondo civilizzato, con cui si fa sempre più fatica a rimanere al passo. Uno spaccato vivo e necessario di questa comunità, dei suoi giovani, LGBTQ+ e non, delle sue tradizioni e della sua identità.
Stefania Grosso