In un mondo alla fine dei giorni, la natura rigogliosa fa da sfondo alle avventure umane raccontate da Christiane Vadnais
Faune è una raccolta di racconti, pubblicata da Codice Edizioni, che si possono definire climate fiction, ovvero una branca delle più generica fantascienza- o forse sarebbe meglio dire speculative fiction – che affronta però i cambiamenti climatici. Christiane Vadnais però è bravissima a non porre l’accento su ciò che ha condotto l’umanità alla fine – lo sappiamo bene anche da soli – ma attraverso i suoi surreali racconti pone l’accento sulla costante ricerca da parte dell’essere umano di conoscenza, di sapere, e non ultimo, di contatto e di calore.
In qualche modo i racconti sono collegati, e i personaggi ritornano, umani e parassiti che ci infestano, attraverso le pagine di Vadnais. E a far da contorno, sempre presente, sempre rigogliosa è la natura. In un fiume che diventa tempesta e tutto travolge, in una tormenta di neve, in un villaggio acquatico (che ricorda ovviamente Waterworld): la natura c’è, è presente, e non è più catalogabile, non è più quella che conosciamo. Perché tutto è cambiato, anche gli uomini ormai, non sono più umani, sono ibridi con gli animali, anfibi o parassiti che divorano dall’interno.
Il futuro immaginato da Christiane Vadnais in Faune è plausibile, è poco avanti a noi, eppure l’autrice cosparge il tutto con un velo onirico, rendendo il mondo descritto sfocato, allucinato. E lo stile della scrittura segue quest’ambientazione. Non tutto è chiaro, non tutto è limpido. Ma in fondo, cosa possiamo aspettarci in un mondo ormai avvelenato?
Un ottimo primo romanzo dell’autrice canadese, sperando presto di leggere nuove storie che facciano riflettere su che direzione vogliamo intraprendere.
Stefania Grosso